RIFORMA DELL’ORDINAMENTO PENITENZIARIO OSSERVAZIONI ALLO SCHEMA DEL D.LGS.
Chi scrive è il Presidente dell’A.N.F.T. – Associazione Nazionale Funzionari del Trattamento del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria – Ministero Giustizia, Associazione che comprende Funzionari Giuridico-Pedagogici che curano l’osservazione scientifica della personalità degli autori di reato in esecuzione di pena in carcere e l’approntamento di percorsi trattamentali individualizzati finalizzati alla loro risocializzazione, alla restituzione alla Società Libera di persone in grado in rispettare il patto sociale.
L’A.N.F.T. intende rilevare le negative ricadute della proposta riforma sullo svolgimento delle attività di osservazione e trattamento, causa la dilatazione dei carichi di lavoro per i Funzionari Giuridico-Pedagogici (Educatori) derivanti dall’abbattimento delle preclusioni di cui all’art. 4 bis O.P. proposto dall’Esecutivo.
Va soggiunto inoltre che il profilo del Funzionario Giuridico-Pedagogico ha subito di recente un taglio alle piante organiche di riferimento.
Si determinerebbe una dispersione di energie lavorative a danno dei percorsi trattamentali meritevoli di attenta verifica in ordine ai progressi necessari per la riammissione alla Società Libera.
Ciò vale soprattutto per i condannati in condizione di svantaggio sociale che utilizzano la carcerazione come occasione di riflessione ed avrebbero i requisiti di merito per ottenere la concessione di una misura alternativa.
Infatti l’ammissibilità delle istanze per benefici penitenziari anche per alcuni reati compresi in atto nel regime di cui al 4 bis O.P., comporterebbe un notevole aggravio burocratico per i Funzionari citati, anche per la probabile reiterazione di istanze ad opera dei condannati di tali più gravi reati.
Non meno grave appare il rischio di sovraesposizione degli operatori penitenziari che dovranno anche fronteggiare in prima linea le nuove aspettative che la riforma potrà ingenerare nei soggetti condannati per tali più gravi reati.
Una riforma insomma che avrebbe pesanti ripercussioni sulle condizioni professionali e di vita dei nostri iscritti.
Infatti il clima delle relazioni tra operatori penitenziari e detenuti non sarebbe di certo destinato a migliorare con questa riforma.
L’A.N.F.T. lamenta soprattutto il fatto che la riforma venga fatta senza tenere conto adeguatamente delle osservazioni degli addetti ai lavori, degli operatori chiamati al difficile compito della rieducazione dei soggetti che hanno violato il patto sociale.
Trattasi peraltro di operatori per i quali non è prevista alcuna gratificazione morale o economica che possa differenziarli dagli altri “impiegati civili dello Stato”.
Questa Associazione ha prospettato presso la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati gli interventi necessari per conferire maggiore effettività alla funzione rieducativa della pena e per dare una decisa accelerazione al processo di umanizzazione della pena.
Convinti che l’Ordinamento Penitenziario attuale rappresenti uno straordinario strumento normativo, peraltro mutuato da diversi sistemi penitenziari di altri Stati, i Funzionari Giuridico-Pedagogici ritengono che, per la sua piena applicazione, occorrano invece, oltre all’impiego di maggiori risorse nel sistema penitenziario, interventi che incidono sull’assetto organizzativo del Personale Penitenziario, eliminando l’attuale dicotomia tra operatori di Polizia Penitenziaria e Funzionari Giuridico-Pedagogici.
L’assetto organizzativo dicotomico attuale infatti non ha favorito una osmosi culturale-professionale tra gli operatori ed un senso di comune appartenenza che favorirebbero la circolarità della comunicazione tra gli stessi e renderebbero più proficua l’attività di osservazione della personalità dei condannati e l’approntamento di programmi di trattamento effettivamente individualizzati.
E’ stato pertanto chiesto al Legislatore di creare un apposito status per i Funzionari Giuridico-Pedagogici, un apposito ruolo tecnico che agevolerebbe un processo di osmosi culturale-professionale e la maturazione di un senso di comune appartenenza tra i diversi Operatori Penitenziari che avrebbero di certo positive ricadute anche sul versante del processo di umanizzazione della pena.
Tale ruolo tecnico farebbe salva l’autonomia professionale dei singoli Funzionari Giuridico-Pedagogici (Educatori), i quali sarebbero posti al di fuori dall’ordine gerarchico generale del Corpo di Polizia Penitenziaria.
La proposta di questa Associazione insomma garantirebbe di certo il conseguimento degli scopi che l’Esecutivo persegue con la riforma all’esame in questi giorni.
Considerati i rischi connessi al varo del Decreto Legislativo in argomento la scrivente Associazione, causa la concreta impraticabilità della riforma, anche in ragione dei recenti tagli operati alle piante organiche del profilo di Funzionario Giuridico-Pedagogico, non esiterà ad utilizzare tutti gli strumenti legittimi di protesta compreso lo sciopero di categoria, qualora l’Esecutivo decidesse comunque di realizzare tale riforma.
Caltanissetta 19.02.2018
Il Presidente A.N.F.T.
Stefano Graffagnino