Al Coordinamento Nazionale Magistrati di Sorveglianza – Co.Na.M.S.
c.a. Dott.ssa Antonietta Fiorillo
Coordinatore Nazionale
OGGETTO: ddl n. 1754 S – Norme a tutela dei funzionari giuridico pedagogici del D.A.P. L’A.N.F.T. incontra l’Associazione Antigone.
In data odierna la Presidenza di questa Associazione ha incontrato due esponenti del Coordinamento Nazionale dell’Associazione Antigone al fine di un confronto chiarificatore sui contenuti e sulla ratio del disegno di legge in oggetto, destinato a porre le premesse di una funzionale svolta culturale nell’esecuzione penale intramuraria.
Altro che incardinamento gerarchico degli educatori penitenziari nel Corpo di Polizia Penitenziaria, altro che educatore poliziotto o educatore in divisa, altro che modificare un equilibrio (quello attuale) in linea con la Costituzione!!!!!
Come rappresentato dalla Presidenza di questo ente esponenziale nel corso del confronto, il contenuto dell’articolato del ddl in parola mira sì a modificare radicalmente i modelli gestionali attuali degli Istituti penitenziari ma nel senso opposto a quanto sostenuto in qualche nota divulgata in questi giorni.
L’assorbimento dei funzionari giuridico-pedagogici infatti non avverrebbe nel più vasto Corpo di Polizia penitenziaria ma all’interno di ruolo tecnico non incardinato nell’ordine gerarchico del Corpo rectius non sarebbe sottoposto gerarchicamente agli attuali funzionari del Corpo ma continuerebbe a dipendere gerarchicamente dal Direttore d’Istituto.
La proposta non creerebbe dei funzionari specializzati al servizio degli attuali appartenenti alla Pol. Pen. ma dei funzionari esperti del trattamento penitenziario da giustapporre agli attuali funzionari del Corpo al fine di consentire a questi ultimi l’espressione di un diverso punto di vista e la valorizzazione dello stesso in una prospettiva di organicità del contributo tecnico.
Il Direttore di Istituto rimarrebbe sovraordinato ad entrambe le classi di funzionari ed assicurerebbe l’equilibrio voluto dalla Costituzione.
Si vuole intaccare sì l’equilibrio attuale, in quanto l’attuale è caratterizzato dal quasi totale schiacciamento della figura del funzionario giuridico-pedagogico.
Inoltre, il ddl non prevede affatto che i funzionari giuridico-pedagogici, nei contatti con l’utenza, dovranno indossare la divisa all’interno degli Istituti penitenziari. Esso rinvia infatti ad un d.p.r. successivo l’individuazione delle modalità più opportune concernenti tale aspetto.
Altro che concezione della pena in senso contenitivo; la proposta mira piuttosto a dare contenuto risocializzante alla pena che in particolare nell’ultimo decennio non ha.
Ribadiamo che le figure (i funzionari G.P. e gli attuali appartenenti al Corpo) rimarranno assolutamente diversificate nei compiti e gerarchicamente indipendenti, con la creazione di un ruolo tecnico non incardinato in logiche gerarchiche e di polizia. I funzionari in parola infatti svolgerebbero soltanto i compiti che svolgono adesso ma di certo in modo più proficuo, grazie al senso di comune appartenenza ed al reciproco riconoscimento dei ruoli che agevoleranno notevolmente la circolarità delle informazioni tratte dall’osservazione di ciascun operatore.
Si è individuato un modello con posizioni paritarie e collaterali tra funzionari attuali del Corpo e funzionari tecnici del trattamento rieducativo, che agevoli processi dialogici in cui venga valorizzato il contributo di questi ultimi.
Altro che regressione verso modelli custodiali; i modelli custodiali sono imperanti adesso.
Vogliamo anche aggiungere che il fatto che centinaia e centinaia di fgp lancino questo allarme di squilibrio tra l’istanza di risocializzazione e quella di sicurezza dimostra una vocazione al trattamento che non potrà di certo appiattirsi verso posizioni custodiali sol perché si lavorerà, con il nuovo assetto, in maggiore sinergia con gli operatori di Polizia Penitenziaria, anch’essi coinvolti nelle attività di osservazione e trattamento (art. 5 L. 395/90).
La nostra vocazione al trattamento sarà comunque supportata da disposizioni circolari che assicurino la valorizzazione e, quindi l’organicità del nostro contributo.
La ratio ispiratrice della proposta e l’impianto della stessa è riconducibile ad addetti ai lavori che, vivendo quotidianamente le dinamiche penitenziarie ed in particolare le relazioni interprofessionali, in una prospettiva pragmatica scevra da ideologia alcuna, hanno capito che l’unico strumento per dare avvio ad una svolta culturale nell’esecuzione penale intramuraria è la creazione all’interno del Corpo di un ruolo giustapposto di funzionari equi-ordinati agli attuali commissari, comunque autonomi dagli stessi e portatori dell’istanza di recupero sociale del reo.
Per la tutela dei principi della nostra Carta Fondamentale e di quelli sovranazionali in materia di espiazione della pena in carcere è assolutamente nefasto arroccarsi su aprioristiche posizioni di matrice ideologica che hanno scavato il baratro alla figura del funzionario giuridico-pedagogico (ex educatore penitenziario).
Il clima dell’incontro si è registrato sereno e caratterizzato da ascolto ed attenzione rispetto alla ratio ed ai contenuti del ddl in oggetto, diretto a porre le basi per una funzionale svolta epocale nell’esecuzione penale intramuros.
Gli esiti dell’incontro depongono verso la individuazione di soluzioni condivise per un rilancio della effettività della funzione rieducativa della pena.
Il Consiglio di Presidenza A.N.F.T.